“A farla da padroni erano gli onnipresenti pescatori della Isella, che ad ogni ora, sia di giorno che di notte, facevano razzia di pesce per tutto il lago … Li habitatori della Isella sono tutti pescatori, qual in tempo di loro vita hanno sempre pescato e pescano nel lago Maggiore con ogni sorte di reti nelle giurisdittioni de’ signori conti Borromei, non havendo altro loro esercitio che di pescare.. che essi pescano nella giurisdizione di Suna e de’ signori Moriggia”
(Verbale di pesca, ricognizione del Verbano condotta nel 1649 dal questore Rosales).
Storicamente fin da tempi remoti la stragrande maggioranza dei pescatori professionisti del Lago Maggiore era dell’Isola Pescatori, o Isella di sopra o Superiore, come si trova anche citata nei documenti. Essi gestivano almeno il 70% delle poste peschereccie del lago, in tutta la sua estensione. I documenti d’archivio, oltre ad attestare il loro dominio incontrastato del medio lago, del golfo Borromeo e anche del sinus Muregoci (quello che oggi è il lago di Mergozzo e che fino al XV secolo era un braccio del lago Maggiore), ci parlano di contratti o questioni per l’utilizzo di poste di pesca da parte degli isolani sia nel basso lago (Angera, Lesa, Arona…) sia nell’alto lago (Luino, Portovaltravaglia, Cannero e Cannobio).
Ricordiamo che in passato l’Isola ha ospitato una popolazione decisamente numerosa: nello stato d’anime del 1647 gli abitanti ammontano a ben 347; 120 sono gli abitanti indicati per il 1930, mentre oggi i residenti stabili sono una ventina, di cui i pescatori professionisti si contano sulle dita di una mano.
E questo basta a dimostrare come il tessuto economico dell’Isola sia profondamente cambiato nell’ultimo secolo, con la progressiva conversione degli immobili alle attività ristorative e commerciali a servizio del turismo.