Scogli con incisioni cuppelliformi
Sul tratto di scogli che definiscono la punta sud-est dell’Isola, in vista dell’Isola Bella, si osservano su alcune rocce segni incisi: si tratta delle cosiddette “coppelle”, piccole cavità circolari che si ritiene siano state prodotte tramite sfregamento della roccia con un percussore litico. Due di esse sono unite tra loro da un abbozzo di canaletto. Tale manifestazione di archeologia rupestre, pur essendo di difficile datazione, rimanda a una frequentazione arcaica dell’Isola, poiché il fenomeno, attestato anche in altri siti attorno al Lago Maggiore e nelle vallate ossolane, nei rari casi in cui offre appigli cronologici, si data tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro.
Pur nella sua modestia questa testimonianza apre lo spiraglio a qualche considerazione sulla frequentazione pre e protostorica dell’Isola, che non appare improbabile possa aver attirato l’insediamento umano sin da epoche remote, secondo dinamiche di popolamento dei bacini lacustri che trovano ampi riscontri in numerosi laghi alpini e prealpini. Tra i casi più prossimi ricordiamo le testimonianze preistoriche sull’Isola di San Giulio nel lago d’Orta o quelle, ricchissime, dell’Isolino Virginia sul lago di Varese.